MUCHO MAS! è un Artist-run space a Torino, fondato da Luca Vianello e Silvia Mangosio. Mucho Mas! espone artisti italiani e internazionali focalizzati nella ricerca sulla trasformazione dell'immagine contemporanea.



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PAST EXHIBITIONS:

_AETERNA
by Lorena Florio, Katrina Stamatopoulos
07/03/2024 - 21/04/2024

_FLOWER-LIFE
by Nobuyoshi Araki
22/08/2023 - 20/02/2024

 _NEW GENERATIONS
Mostra collettiva: Giorgio Andreoni, Claudia Catanzaro, Flaminia Cicerchia, Brenno Franceschi, 
Alessandro Manfrin, Deborah Martino, Gabriele Provenzano.
13/10/2023 - 08/10/2023

_NSENENE
Michele Sibiloni
19/05/2023 - 30/07/2023

_MEDIUM. MEDITATION. MODULARITÄT.
Alexander Binder
23/03/2023 - 24/04/2023

_EXPLORING THE LIVING STUDOIO
Eva Kreuger
16/06/2022 - 17/09/2022

_SOGLIE
by Alice Faloretti
Curata da Elena Bray
16/06/2022 - 17/09/2022

_HOW TO RAISE A HAND
Angelo Vignali
31/03/2022 - 31/05/2022

_DIACHRONICLES
Giulia Parlato
14/01/2022 - 27/02/2022

_SPACE IN MIRROR IS CLOSER THAN IT APPEARS
Stefano Comensoli_Nicolò Colciago
02/11/2021 - 18/12/2021

_EPICENTRO (PSALM)
Massimiliano Tommaso Rezza
20/05/2021 - 18/09/2021

_BRODO
Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Luca Baioni, Achille Filipponi, Stefano Maccarelli, Silvia Mangosio, Caterina Morigi, Luca Vianello
21/09/2020 - 21/11/2020

_TANT DE LOINTAINS BLEUTÉS
Stéphanie Majoral
13/02/2020 - 30/07/2020

_HONESTY OF MATTER / Sincerità della Materia
Caterina Morigi
25/10/2019 - 22/01/2020

_TENTATIVI DI TRASCRIZIONE
Achille Filipponi
at Salon du Salon
24/10/2019 - 24/12/2019

_LOST ANGELES
Richard Newton
19/09/2019 - 20/10/2019

_DALLE SOGLIE DEL SONNO ALLE PRIME LUCI DIURNE
Luca Baioni & Jonny Briggs
19/06/2019 - 28/07/2019

_MESSAGES FROM DARKROOM
Alexander Gehring
05/04/2019 - 10/05/2019

_FEROX - The Forgotten Archives
Nicolas Polli
24/01/2019 - 03/03/2019

_DECOR
Thomas Kuijper
30/10/2018 - 30/11/2018

_ANCHE QUESTE FIDATE COSE TI SARANNO IN ETERNO IGNOTE
Achille Filipponi
19/09/2018 - 19/10/2018

_CAMILLE LÈVÊQUE
Camille Lévêque
03/05/2018 - 31/06/2018

_XIII
Enrico Carpegna, Pablo Balbontin, Valerio Manghi Cleo Fariselli, Handegg.
13/03/2018 - 24/04/2018

_DEMONS
Luca Baioni
09/02/2018 - 25/02/2018


SPOT EXHIBITION


_ALFPC
Luca Baioni
30/09/2021

_Incanto e paranoia (tra due istanti)
Di Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, in collaborazione con Annika Pettini.
Sonorizzazione di Alessia Li Causi
19/02/2021 - 21/02/2021

_NEI BOSCHI PIU' ALTI
Stefano Maccarelli
02/10/2020 - 02/10/2020

_COMPITI PER CASA
Guerrila spam & Pomodori Flash
08/03/2019 - 10/02/2019

NEW GENERATIONS
by: Giorgio Andreoni, Claudia Catanzaro, Flaminia Cicerchia, Brenno Franceschi, 
Alessandro Manfrin, Deborah Martino, Gabriele Provenzano.

13/10/2023 - 08/10/2023



La mostra, suddivisa tra gli spazi espositivi di Almanac e Mucho Mas!, presenta le opere di sette giovani artisti attivi sul territorio piemontese: Giorgio Andreoni, Claudia Catanzaro, Flaminia Cicerchia, Brenno Franceschi, Alessandro Manfrin, Deborah Martino e Gabriele Provenzano.
La mostra si pone come restituzione di un laboratorio tenuto nel mese di luglio volto a riflettere su come le ricerche artistiche contemporanee possano rispondere alle urgenze del nostro presente.
Il dialogo che abbiamo sviluppato ha avuto come fondamento l'assunto che un'opera d'arte sia uno strumento per pensare, reimmaginare e fornire diverse prospettive sul nostro presente: in sostanza un modo per mettersi in relazione con il mondo. Essere al mondo, vivere, vuol dire essere con I'altro/e, in un percorso di condivisione e coesistenza. L'artista quindi non può astenersi dal considerare le responsabilità e la posizione che assume il suo fare. La sua è una pratica che opera ponendo in dialogo sfera estetica ed etica, dove immagini, oggetti, azioni, movimenti possono contribuire a creare nuovi significati, esperienze, immaginari o visioni. 
Queste riflessioni confluiscono nei lavori in mostra, cercando di congiungere urgenze individuali e collettive.


Il percorso di questo confronto ha spaziato in varie direzioni, toccando numerosi temi; si è parlato di corpi, di tracce, di una rilettura del tempo, del tempo della produttività, di esaurimento, di finitezza, transitorietà, memoria, nostalgia, noia, desiderio, rabbia, meraviglia, di affermazione di un'identità, di performatività, di incertezze e paure, di senso di colpa, di inadeguatezza, di come agire in un contesto segnato dalla crisi ambientale. Di fine. Del rapporto tra passato, presente e futuro. Di rovina come punto d'inizio. Di agire e di come uscire dalla paralisi. Del possibile, di trasformazione, di visibilità. Si è parlato di semi, di una geologia degli affetti, di minerali, di come creare nuove forme di collettività, di utopia e sogni. Di come creare alternative e di come l'arte possa essere il luogo dove immaginare, insieme.
La mostra verrà attivata da un public program composto da una serie di crit, pensati come spazio di discussione sulle opere e di riflessione condivisa con il pubblico presso la sede di Cripta747, e da una serie di cene e attività presso Almanac per continuare il dialogo iniziato con i laboratori di luglio.
Le attività del public program saranno il 22, 28 settembre e il 5 ottobre. Le cene avranno posti limitati quindi sarà possibile partecipare previa prenotazione.
I laboratori hanno avuto il contributo di Emanuel Almborg, Lucrezia Calabrò Visconti, Gail Cochrane,
Guido Costa, Guido Santandrea, Cally Spooner e Luca Vianello.

Il progetto è promosso da Almanac, Cripta 747 e Mucho Mas! ed è sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Regione Piemonte.



Alessandro Manfrin
Come fare per non lasciarsi bruciare, 2023 
Come fare per non lasciarsi bruciare è un progetto che si sviluppa all’interno della mostra in tre diverse forme. Ragionando su questioni legate al tempo non produttivo, al burnout, all’ansia e allo stress a lavoro, il lavoro mette in mostra pratiche tipiche di una retorica che tenta di alleviare e distrarre da quest’ultime. La manipolazione di tools come gli anti-stress vengono mostrati in un video come fosse una coreografia per mani. Una serie di post-it accartocciati a pavimento riportano trascritte alcune immagini che l’artista appunta come fossero task lavorative, raccontando però frammenti di un paesaggio urbano che riporta 
le tracce e gli effetti collaterali di un sistema produttivo dedito al lavoro incessante. 

Gabriele Provenzano
La Soluzione, 2023 
La Soluzione ha origine dai meccanismi organizzativi delle mappe concettuali, dalle tipologie di diagramma e dalle applicazioni del flow chart. Ancora prima, nella sua fase germinale, la Soluzione prende forma dall’attitudine 
propria dell’artista durante lo svolgersi del workshop: organizzare dati, idee ed impressioni attraverso l’escamotage grafico della mappa concettuale, una deliberata scelta organizzativa per concettualizzare e chiarificare tutto quello
che sembrava essere troppo frenetico, illogico, passionale. A tal proposito la grande mappa proposta parla di rabbia repressa, rabbia sociale, della rabbia emersa durante il confronto tra gli artisti coinvolti. La struttura dell’opera è composta da un cortocircuito senza causalità e finalità, 
dove molteplici modelli di mappe preesistenti si intrecciano con altrettante mappe (svuotate)
che in principio proponevano soluzioni per reprimere e/o gestire l’ira personale o collettiva. La Soluzione non propone nessuna certezza, nessuna reale comprensione, alimenta un senso di smarrimento e inconcludenza che intrappola lo sguardo nei grovigli di nodi e frecce orientate. 


Giorgio Andreoni
Paso Adelante, 2023 
Paso Adelante parla di performatività e spazio intimo. Un video lungo 4 ore e venti racchiude piccole “esibizioni” svolte nel salotto, bagno, camera da letto, cucina dell’artista. I video non sono stati prodotti per un pubblico, ma solo per l’espressione e il divertimento di cantare e ballare. 
Riguardando l’archivio del telefono vengono ritrovati tutti questi spezzoni che pongono una riflessione su come siamo abituat* a nasconderci nell’espressione di se e come poter superare certi limiti personali. 


Claudia Catanzaro
Quanti ragni ci sono tra le mie dita? 2023 
All’inizio della favola,
un corpo morbido come la seta
si muove in danza. Segue tracce lasciate da chissà chi,
divarica e bucherella la trama. Scompare piccolo, piccolo, ha trovato qualcosa: la trappola a spirale
al centro della tela. 
Quanti ragni ci sono tra le mie dita? Loro mi dirigono,
come una burattinaia senza più magia. Mi muovono nello spazio vuoto che tendo a schiudere
tra i miei arti; in nessun punto
si possono afferrare.
in verticale, in orizzontale è lo stesso gioco,
né freddo né caldo,
è la stessa brillantezza che non trattengo
in nessuna parte.

Avanzo, non c’è un avanti, non c’è un dietro. progredisco, non c’è futuro, non c’è passato.
i movimenti che inizio con le membra inferiori
o con le membra superiori moltiplicano gli spostamenti. Seguo tracce lasciate da chissà chi:
incantata da suoni e note anonime
accecata da intensità luminose
rapita dal corpo di qualcuno a me accanto
schiacciata da uno sguardo;
vi seguo da una parte all’altra
e oscillo verso una nuova partenza.
spirali, nuovi spazi, linee, connessioni,
contorsioni, modi di dinamismo si sono aperti,
spazio e tempo sono diventati dei mezzi porosi:
ci striscio dentro
e un momento sono qui,
poi lì lontanissima che nemmeno esisto. 


Deborah Martino
Mentre le stelle mi sussurrano, 2023 
Mentre le stelle mi sussurrano è un lavoro che si sviscera in tre fasi, un polittico, un’installazione video e una poesia. Queste tre diverse pratiche nel complesso sono il risultato di una digestione interiore di un sogno epifanico avvenuto nei giorni del laboratorio. 
Attraverso il polittico che mi ritrae in un più corpi che si fanno luce, con l’installazione video che crea uno spazio immersivo nel mio immaginario, fino ad arrivare alla poesia, il sogno si rimanifesta sussurrando ed aprendo un portale di visione su attimi e frammenti di altri stati corporali. 

Brenno Franceschi
Cartografie, 2023 
Il lavoro riflette sull’urgenza di riconnettersi ad un luogo che per molto tempo ha caratterizzato per l’artista un terreno ostico sul quale si intrecciano i ricordi legati al suo passato, e le incertezze legate a un futuro fragilmente delineato. L’artista torna sul luogo. 
Propone delle pratiche di “performatività brutale”, come la definisce, per comporre una guida introspettiva partendo da un luogo reale. 
La riacquisizione di alcune pratiche dell’infanzia permettono di innescare reazioni emotive e fisiche che l’artista traduce in mappe geografiche, toponimie, simboli. 


Flaminia Cicerchia
Mostri notturni, pratiche utopiche, 2023 
Mostri notturni, pratiche utopiche si propone come una serie, sempre processuale, di azioni
e pratiche relative al costruire collettività
fluide sognanti. C. Vetrano, F.Cicerchia, G.
Pia, I.Ugo, M. Rocchi, M. Berton, P. Galli, P. Muggiolu hanno deciso di esplicarsi come individualità perfomative di costruzione di collettività oniriche e di processualità di sogno. La riappropriazione del sogno, del desiderio, del sentimento erotico di trasformazione sono questioni fortemente politiche se unite al corpo collettivo. La ripresa del sogno e del desiderio, non solo come momento a sé stante, ma unito al fare ed esperire il mondo, viene intesa come abilità necessaria tramite cui partecipare e sviluppare un sentimento di possibilità d’ “altro” ed “altrove”. L’azione in mostra vuole mostrarsi come atto nel suo svolgersi, compiendo quello che proponiamo di fare e costituendo così un atto di realtà. La pratica dell’assemblea che costruisce luoghi onirici condivisi diviene quindi anche una presa e creazione di spazio altro nel suo svolgersi processuale. 
Come sognare lo stesso sogno? Quale posto vorremmo sognare? Come è fatto il luogo che vorremmo creare da sognare? Come unire i nostri immaginari in uno spazio significante per tutti? Che forma avrebbe preso lo stare insieme per sognare? Come il sogno avrebbe modellato il nostro gruppo?


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